Il presente studio nasce
dalla partecipazione al concorso di idee promosso da USA Institute
(Architecture/Urban Design/Landscape Design), Subversive Insertion: Archeologia
industriale e futuro della città. Verona, progetto per l’area degli ex
Magazzini Generali, promosso nel giugno ’99 e conclusosi a fine settembre dello
stesso anno.
Uno dei temi chiave dello
sviluppo di Verona nei prossimi decenni è la riqualificazione delle aree
industriali dismesse, poste al centro del grande sistema urbano di quartieri
residenziali e zone industriali della periferia meridionale che prende il nome
di Verona Sud. La più significativa di queste aree, per la posizione strategica
che occupa e per la presenza di rilevanti insediamenti di archeologia industriale,
è costituita dai dismessi Magazzini Generali.
La straordinaria
importanza di questo complesso di edifici e di spazi è dovuta alla duplice
centralità che occupa nel sistema urbano.
In primo luogo rispetto a
Verona antica: l’area degli ex Magazzini Generali si trova infatti sul lungo
asse viario che congiunge Piazza Bra, cuore del centro storico, con la più
importante infrastruttura territoriale, l’autostrada Milano-Venezia.
In secondo luogo per la
sua posizione baricentrica rispetto ai quartieri residenziali e alle aree
industriali di Verona Sud, ossia al centro di una vera e propria città di oltre
100.000 abitanti, fisicamente separata dalla Verona storica da un fascio di
infrastrutture stradali e ferroviarie largo 1000 metri.
Verona Sud è una città “parallela”
oggi priva di un centro in grado di dare quei connotati urbani fondamentali
all’equilibrio di un così vasto tessuto edilizio.
Delle grandi potenzialità
offerte da questa doppia centralità degli ex Magazzini Generali (e di altre
aree limitrofe) la città di Verona è cosciente.
Da più di un decennio il
Comune ha avviato studi urbanistici e formulato progetti per il recupero e
l’utilizzo di queste aree. La presenza di straordinarie e talora monumentali
strutture produttive dismesse come la enorme, surreale, “rotonda” della
Stazione Frigorifera Specializzata, necessita di una progettualità in grado
anche di saper valorizzare questo importante patrimonio. Il concorso promosso
dall’ente italo-americano USA Institute ha proposto come obbiettivo principale
di fornire alla città di Verona idee progettuali sulla forma urbana di questo
potenziale, futuro, “centro città” e contemporaneamente suggerire un
intelligente recupero delle “riscoperte” strutture di archeologia industriale
intese come parti “storico monumentali” della nuova città.
a) La formazione
dei quartieri meridionali.
Verona per quattro secoli
città fortificata della repubblica veneta e, nell’ottocento dell’impero
austro-ungarico, anche dopo la sua unione all’Italia nel 1867, ha conservato
intatto il territorio agricolo “fuori mura” fino ai primi decenni del sec. XX.
Solo con l’avvio della industrializzazione assai tarda rispetto ad altri centri
del Nord Italia, ha inizio negli anni ‘20, la formazione dei primi quartieri
residenziali suburbani. La realizzazione del parco ferroviario e della nuova
stazione di Porta Nuova, costruita nel 1922, contestualmente all’insediamento
delle prime industrie lungo il canale Camuzzoni, apre la strada allo sviluppo
urbano nelle aree meridionali del territorio extra moenia. Tra il 1924 e il
1926 vengono redatti i primi piani di espansione che daranno luogo allo
sviluppo dei quartieri di Borgo Roma e di Golosine.
FIG. 1
Pianta di Verona del 1868.
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FIG. 2 Pianta di Verona del 1927 c.a.
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b) La nascita dei
Magazzini Generali.
Fin dalla fine del secolo
scorso Verona, uno dei centri agricoli più importanti della pianura padana,
necessitava di un complesso di strutture centralizzato da destinarsi alla raccolta,
conservazione e smistamento dei prodotti ortofrutticoli e cerealicoli. Con la
fondazione nel 1924 di un apposito ente autonomo, formato da Provincia, Comune
e Camera di Commercio, prende avvio la realizzazione dei Magazzini Generali di
Verona.
Per l’edificazione del
complesso fu scelta un’area di pertinenza militare a sud del parco ferroviario
di Porta Nuova nel luogo dove sorgeva il forte austriaco Clam successivamente
chiamato Forte di Porta Nuova.
L’area di circa 75.000 mq,
a forma triangolare ora è posta al termine di un grande viale che costituiva il
prolungamento fuori mura di Corso Porta Nuova: il principale asse urbano di
Verona che unisce la cinquecentesca porta di Michele Sammicheli con la
monumentale Piazza Bra. La scelta del luogo, dovuta al diretto collegamento con
la ferrovia, si rivelò subito di importanza strategica perché situata nel punto
di convergenza di due importanti arterie di collegamento territoriale con le
regioni limitrofe.
Il primo nucleo di
edifici, magazzini e depositi dotati di impianti di refrigerazione, fu
realizzato nel 1927 dopo la demolizione del Forte Clam, mentre l’intervento più
importante ebbe attuazione pochi anni dopo con la costruzione della Stazione
Frigorifera Specializzata, una struttura di avanguardia nel settore, per molti
anni la più importante nell’area europea. Questo nuovo complesso frigorifero
progettato nel 1929 dall’ing. Pio Beccherle è formato da un enorme edificio
circolare di oltre 100 metri di diametro in grado di accogliere al suo interno
i carri ferroviari destinati al trasporto delle derrate alimentari e smistarli,
attraverso una piattaforma girevole sormontata da un corpo cupolato, nelle
celle di refrigerazione senza scarico e carico delle merci.
FIG. 3 Aree e strutture di principale interesse.
Verona-sud.
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Negli anni successivi, tra
il 1930 e 1940, fino all’inizio della seconda guerra mondiale, in seguito al
crescente sviluppo delle attività, i Magazzini Generali ebbero ulteriori
ampliamenti con la realizzazione di nuovi capannoni e magazzini nella parte sud
dell’area, mentre le due palazzine per uffici poste all’ingresso furono
anch’esse progettate da Pio Beccherle nel 1936.
(Tav. II)
c) La formazione della
Z.A.I. (Zona Agricolo Industriale).
Le particolari condizioni
della realtà economica veronese della prima metà del secolo ampiamente
caratterizzate dalla egemonia dell’agricoltura, disegnano alla fine della
seconda guerra mondiale una situazione ancora embrionale di industrializzazione
nel territorio circostante la città murata.
La scelta delle forze
economiche, politiche e amministrative dell’epoca, nella fase di ricostruzione
economica ed edilizia della città fu di orientare lo sviluppo di Verona verso
settori industriali non antagonisti all’agricoltura ma ad essa complementari. Allo
scopo fu dato vita nel 1949 ad un Consorzio per la costituzione di una Zona
Agricolo Industriale (Z.A.I.) che prevedeva l’insediamento in Verona di un’area
produttiva agro-industriale in grado di ospitare un insieme di attività miste
di carattere manifatturiero, di trasformazione dei prodotti agricoli e
commerciali. La scelta di insediamento della Z.A.I., ricadde su un vasto
triangolo di terreni che, a partire dai Magazzini Generali, si inseriva a cuneo
tra i due quartieri di Borgo Roma e di Golosine-S.Lucia.
Asse portante di tutto
l’insediamento fu il prolungamento verso sud, per oltre due chilometri, del
viale che, partendo da Porta Nuova, giungeva fino ai Magazzini Generali.
Il Viale del Lavoro a
tutt’oggi costituisce l’infrastruttura più importante di Verona-Sud
FIG. 4 Processo di formazione e trasformazione
degli edifici.
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d) La Fiera
L’evento di maggior
rilievo della Z.A.I. “storica” al momento della sua nascita, fu l’insediamento
nelle aree centrali della Fiera di Verona. Nata come Fiera Internazionale
dell’Agricoltura fu trasferita nel 1948 dal centro della città su un’area di
circa 300.000 mq sul lato di Viale del Lavoro opposto ai Magazzini Generali.
Nell’arco di pochi decenni la Fiera di Verona è divenuta uno dei più importanti
centri fieristici d’Europa con una attività di circa 30 manifestazioni
all’anno. L’evoluzione moderna di questa istituzione rende il quartiere
fieristico, completamente rinnovato nell’ultimo decennio, un importante centro
d’affari internazionale dotato di imponenti strutture adatte allo sviluppo di
attività collaterali di tipo culturale e sociale (convegni, mostre, spettacoli,
luoghi di riunione). In questo quadro, particolare importanza riveste il
recente progetto di Aldo Rossi per la costruzione di un nuovo padiglione
espositivo polifunzionale e la sistemazione di tutto il fronte Fiera su Viale
del Lavoro. Ideato due anni prima della scomparsa dell’autore il progetto Rossi
costituisce un importante contributo alla integrazione architettonica di
strutture specialistiche tipiche della cultura industriale suburbana con la
cultura urbana di città ricche di grandi tradizioni storiche come Verona (Tav.
e documento IV).
FIG. 5 Progetto del nuovo padiglione espositivo
polifunzionale per la Fiera di Verona, 1996-97 Arch. Aldo Rossi.
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e) L’insediamento del Mercato Ortofrutticolo e lo
sviluppo dei Magazzini Generali.
Ulteriore conferma del
carattere misto della Z.A.I. “storica” venne dal trasferimento nel 1952 del
Mercato Ortofrutticolo di Verona in una vasta area di circa 100.000 mq
adiacente ai Magazzini Generali, anch’essa direttamente connessa con Viale del
Lavoro e posta di fronte al quartiere della Fiera. Divenuto in alcuni decenni
un importante centro europeo di commercio e di prodotti agricoli il Mercato
Ortofrutticolo rappresenta anche sul piano delle strutture edilizie una
importante presenza per la Z.A.I.: i quattro grandi padiglioni che formano la
parte principale sono retti da una serie di strutture in cemento armato ad arco
di parabola di ardito profilo formale. Per le loro dimensioni e per la grande
flessibilità interna costituiscono degli interessanti spazi coperti ricchi di
molteplici potenziali possibilità d’uso. In concomitanza con la crescita del
Mercato Ortofrutticolo anche i Magazzini Generali ebbero nei primi decenni del
dopoguerra, ulteriore sviluppo con ampliamento e parziale modificazione delle
proprie attività. Conseguentemente ulteriori interventi edilizi furono
realizzati all’interno dell’area triangolare definita dal perimetro murato e
dai tracciati dei binari ferroviari.
f) Lo sviluppo dei quartieri di Borgo Roma e
Golosine-Santa Lucia.
La più immediata
conseguenza della istituzione e dello sviluppo della Z.A.I. fu la crescita
rapidissima delle due aree residenziali poste ai lati del grande triangolo
agricolo industriale. Sul lato orientale il quartiere di Borgo Roma si era
accresciuto intorno al vecchio villaggio di Tomba fino a saturare le aree di
espansione edilizia prevista dal P.G.R. del 1953 e successive varianti.
Altrettanto impetuoso fu lo sviluppo dei quartieri occidentali di Golosine e
Santa Lucia sorti lungo i tracciati viari verso i paesi della campagna e
anch’essi sviluppatisi sulle griglie di una pianificazione assai sommaria.
Entrambi gli insediamenti che oggi stringono in una morsa il “cuore”
industriale della Z.A.I. formano complessivamente una vasta urbanizzazione che
supera i centomila abitanti.
Le principali
contraddizioni che evidenziano questa urbanizzazione sono le seguenti:
a) la sua
posizione fisica, nettamente separata dalla città storica da una larga fascia
di infrastrutture stradali e ferroviarie, la pone in condizione di essere una
città autonoma con propri confini territoriali ben chiari.
b) l’assenza di contenuti tipici di una città autonoma
(strutture pubbliche, edifici specialistici per cultura e spettacolo, musei,
parchi, edifici di alta qualità architettonica) la rende di fatto omologabile
ai quartieri-dormitorio di tutte le periferie.
c) Il cuneo di insediamenti industriali e commerciali della
Z.A.I. divide la città in due parti residenziali prive di un vero centro
urbano.
a) Gli
insediamenti e la viabilità.
Sinteticamente Verona Sud
è raffigurabile in una vasta urbanizzazione retta da un asse viario stradale
rettilineo che collega, con vari tronchi, il centro della città antica, Piazza
Bra, con la stazione dell’autostrada Milano-Venezia. I tre tronchi di questo
asse sono: Corso Porta Nuova, interno alle mura urbane attraversa il tessuto
edilizio da Piazza Bra alla “sammicheliana” Porta Nuova; Viale Piave corre tra
il canale industriale e il parco ferroviario da Porta Nuova ai Magazzini
Generali; Viale del Lavoro, attraversa le aree centrali della Z.A.I. dai
Magazzini Generali al casello autostradale Verona Sud.
All’altezza dei Magazzini
Generali viale Piave ha due diramazioni viarie opposte che formano gli assi di
penetrazione principali ai due quartieri di Borgo Roma e di Golosine-Santa
Lucia (Tav. III).
Entro questa maglia
primaria si è sviluppata la Z.A.I. sempre più connotata negli ultimi decenni
come area industriale e ai lati di questa sono cresciuti i due
quartieri-dormitorio.
All’interno della Z.A.I.
si era costituito un “cuore” definito dai tre insediamenti più “forti”: i
Magazzini Generali, il Mercato Ortofrutticolo e la Fiera, una sorta di potente
triangolo di strutture di servizio all’economia della città e del territorio.
b) La dismissione
di alcune grandi strutture.
Questa situazione,
apparentemente bloccata in una ripartizione di zone funzionali rigidamente autonome
e separate, si è riaperta nell’ultimo decennio.
Il grande sviluppo assunto
a Verona dalle attività legate allo scambio, allo stoccaggio, conservazione e
trasporto delle merci e prodotti industriali ed agricoli, ha portato alla
scelta di trasferire i Magazzini generali e il Mercato Ortofrutticolo nel
“Quadrante Europa”, un grande polo di attrezzature e infrastrutture di servizio
fornito di centro doganale, altamente specializzato e ubicato in aree più
idonee a sud ovest della Z.A.I. direttamente servite e collegate da aeroporto,
ferrovia e autostrada.
La dismissione dei
Magazzini Generali risale alla fine degli anni Ottanta. Il complesso di edifici
e terreni che costituisce il più importante “parco” di archeologia industriale
del territorio veronese, è oggi soggetto ad un sempre più rapido degrado e
totale abbandono, salvo l’utilizzo di una parte della struttura monumentale per
le attività di cultura e spettacolo dell’associazione “Interzona” e di
“Teatrotenda”.
Più recente ed ancora non
completamente avvenuta la dismissione del Mercato Ortofrutticolo, un’area di
circa 100.000 mq più altri 70.000 già di pertinenza dei Magazzini Generali.
Anche quest’area risulta interessante per l’esistenza di strutture industriali
di rilievo.
c) Le proposte fino ad oggi.
L’insieme di queste due
vaste aree e degli edifici esistenti, entrati nella disponibilità del Comune di
Verona, costituisce una opportunità fondamentale di ridisegnare gli equilibri
all’interno di Verona-Sud e di riqualificare l’intera zona.
La loro posizione di
centralità rispetto a Verona sud costituisce un fattore decisivo per la
creazione di un “luogo centrale” o “centro città” in relazione ai quartieri
residenziali limitrofi, alle loro necessità di servizi e strutture, per
renderli delle vere e proprie aree urbane. Rappresentano, inoltre, una
opportunità di riordino della maglia viaria e offrono la possibilità di creare
una dotazione di parcheggi adeguati in relazione ai grandi centri di attrazione
come la Fiera.
A partire dagli anni
Ottanta si sono susseguiti vari studi da parte dell’Amministrazione comunale di
Verona particolarmente mirati al riuso delle aree in questione.
In particolare lo “Studio
di fattibilità per il recupero delle aree degli ex Magazzini Generali e del
Mercato Ortofrutticolo” del 1990 ha fissato dei punti fondamentali di progetto.
Alcuni di questi, recepiti dalla Variante
Generale al Piano Regolatore Generale di Verona, ora nell’iter di approvazione,
sono da considerare elementi acquisiti nella programmazione di futuri progetti,
altri invece sono caduti o in parte modificati da nuovi approfondimenti o
dall’intervento di provvedimenti di vincolo in atto sulle aree in esame.
La trasformazione
di Viale del Lavoro in “corso urbano”.
Attualmente questo viale
si presenta con caratteristiche di scorrimento veloce essendo di raccordo tra
centro città e autostrada Venezia-Milano. Viene proposto un alleggerimento del
traffico di transito, attraverso l’istituzione di percorsi alternativi o
secondo più recenti proposte di un percorso interrato in trincea o galleria del
tratto di Viale del Lavoro compreso tra Magazzini Generali e Fiera, affiancato
dalla proposta di inserire il transito e fermata della progettata tramvia di
collegamento con la città storica. Tutto ciò in funzione della trasformazione
del viale attuale in “corso urbano” con caratteristiche di percorribilità
tipiche di boulevard o strada interna ad una città.
Definizione di un
fronte costruito a destinazione mista sul Viale del Lavoro.
Questa proposta prevede
che lungo il futuro “corso urbano” si attestino funzioni miste di terziario,
pubblico, privato e residenza con lo scopo di creare, attraverso edifici
continui un fronte urbano che riproduca l’effetto città.
Il recupero degli
edifici della Rotonda ex Stazione Frigorifera e del Mercato Ortofrutticolo.
Del complesso di edifici
degli ex Magazzini Generali e del Mercato Ortofrutticolo si prevede il recupero
di alcuni ritenuti più significativi per il carattere tipologico e
architettonico come testimonianza di archeologia industriale. Dei Magazzini
Generali si prevede il recupero della “Rotonda” ossia della Stazione
Frigorifera Specializzata sia perché rappresentativo della memoria storica del
luogo sia perché meglio di altri si presta ad una molteplicità di nuovi usi.
Solo recentemente ha preso corpo la proposta di recupero di due capannoni,
anch’essi già stazione frigorifera attestati su Viale dell’Agricoltura. Per il
complesso del Mercato ortofrutticolo viene proposto il recupero dei quattro
grandi padiglioni con struttura ad arco in cemento armato da destinare a spazi
pubblici coperti e servizi per il quartiere (biblioteca, serre, palestre).
La “spina centrale”
del terziario pubblico.
Nasce dalla necessità di
alleggerire il centro storico l’inserimento di attività e funzioni del
terziario pubblico in una zona centrale delle aree di progetto in modo tale da
formare un sistema di piazze e percorsi pedonali a carattere commerciale.
Il parco dei
quartieri.
Uno dei temi “scottanti”
della periferia di Verona è l’assenza di verde pubblico.
Si propone in questo e
altri progetti la destinazione di una quota rilevante delle aree in questione
alla formazione di un parco urbano a servizio dei quartieri di Borgo Roma e
Golosine-Santa Lucia.
Il riordino della
viabilità e degli spazi pubblici tra i due quartieri residenziali.
La carenza di relazioni
sia a livello viabilistico sia di spazi pubblici e di percorsi tra i due
quartieri richiede un approfondimento. In particolare tra i margini delle aree
di progetto e il tessuto edilizio limitrofo come nel caso dello spazio
antistante la chiesa di Santa Teresa.
Altri punti suggeriti dai
progetti degli ultimi anni sono il potenziamento dei servizi di quartiere e la
creazione di strutture alberghiere.
d) Nuovi vincoli per le aree di archeologia industriale.
Rispetto ai programmi
sopra descritti sono recentemente intervenuti dei nuovi elementi che portano ad
ulteriori riflessioni e approfondimenti sulle aree in oggetto. Si tratta di un
provvedimento di vincolo per l’area degli ex Magazzini Generali che tutela la
maggior parte degli edifici e il muro perimetrale come patrimonio di
archeologia industriale consentendone il recupero ma non la demolizione. Per
gli edifici di cui è consentita la demolizione è possibile il recupero di
volume solo sul lato che prospetta Viale del Lavoro. (Tav. V).
Questo ultimo recente
intervento ripropone una nuova lettura dell’area e una revisione dei programmi
progettuali fino ad oggi prospettati.
FIG. 6 Complesso
degli ex Magazzini Generali di Verona. Valutazione del valore degli edifici
secondo la Soprintendenza ai beni architettonici di Verona.
|
Le caratteristiche delle
aree dismesse fin qui descritte configurano, sotto il profilo dello sviluppo
storico-cronologico, della conformazione tipologico-morfologica, della
consistenza e qualità del patrimonio edilizio-architettonico, una realtà
complessa ma sufficientemente differenziata da consentire di circoscrivere i
problemi in termini e dimensioni compatibili con le necessità di un concorso
internazionale di idee di questo tipo.
Le recenti vicende legate
all’applicazione di vincoli di tutela sull’area degli ex Magazzini Generali
evidenziano in modo efficace il carattere unitario e la specificità di questo
complesso dotato di un patrimonio di edifici e di spazi di particolare rilievo
nel contesto di Verona Sud. E’ stata quindi operata una scelta prioritaria
orientando il concorso di USA Institute al recupero degli ex Magazzini Generali
e fornendo l’indicazione di una serie di connessioni con le aree adiacenti, in
particolare con quella del Mercato Ortofrutticolo, in fase di dismissione e,
della Fiera, in fase d’espansione.
Rispetto alla complessità
del tema il programma del concorso indicava alcune opzioni progettuali che
circoscrivevano o allargavano l’ambito di intervento.
a) Delimitazione e
definizione dell’area di progetto.
Il programma del concorso
ha avuto come quadro di riferimento generale, le due aree degli ex Magazzini
Generali e del Mercato Ortofrutticolo, principalmente per la loro comune
condizione di dismissione ma anche per l’evidente connessione tra di loro e con
gli spazi limitrofi, tuttavia lo specifico e prioritario approfondimento
progettuale doveva concentrarsi sulla prima.
Area degli ex
Magazzini Generali (tav. VI, A)
Comprende una superficie
di circa 75.000 mq di forma triangolare compresa tra Viale del Lavoro, Viale
dell’Agricoltura e via Santa Teresa-via Scuderlando.
Questa perimetrazione definiva
l’area di progetto obbligatoria per il concorso sulla quale andavano elaborate
le proposte. L’area contiene il complesso dei dismessi edifici degli ex
Magazzini Generali per una superficie coperta di circa 31.000 mq. Parte di
questi edifici sono stati recentemente demoliti.
Area del Mercato
Ortofrutticolo (Tav. VI, B)
Comprende una superficie
di circa 100.000 mq di forma rettangolare compresa tra Viale del Lavoro, Viale
dell’Agricoltura, Viale dell’Industria e Viale del Commercio.
A questa sono connesse due
aree di forma trapezoidale di 70.000 mq già incluse nei depositi esterni dei
Magazzini Generali (deposito auto). Questa perimetrazione definiva uno spazio
di progetto facoltativo o puramente indicativo ad integrazione del progetto
principale. L’area contiene un complesso di grandi padiglioni attualmente
dismessi e di altri edifici che andranno in dismissione totale nei prossimi
mesi.
La Tav. III indica la viabilità principale
attuale intorno alle due aree e illustra gli spazi occupati dai parcheggi oggi
principalmente utilizzati dalla Fiera durante le manifestazioni organizzate
dall’Ente o da terzi.
FIG. 7
Definizione dell'area di intervento e possibili relazioni.
|
b) Ex Magazzini Generali- Morfologia e valori
architettonici.
Fino ad oggi l’interesse
architettonico per il complesso dei Magazzini Generali si è concentrato quasi
esclusivamente sulla “Rotonda” (ex Stazione Frigorifera Specializzata) ossia
sullo straordinario episodio di archeologia industriale entrato ormai a far
parte dei “monumenti” di Verona. Le rimanenti strutture e l’intera area sono
stati considerati come “spazio disponibile” per una libera riprogettazione del
sito.
Una più sensibile e
attenta lettura della tipologia degli edifici e degli spazi di connessione ci
fornisce oggi una diversa visione.
Il complesso infatti si
configura non come un casuale insieme di corpi edilizi ma come un organismo
architettonico generato da un fino tracciato di percorsi rappresentati dallo
sviluppo della rete ferroviaria.
Il sistema di rifornimento
delle merci avveniva infatti attraverso una diramazione della rete di binari
che, staccandosi dal parco ferroviario della stazione di Porta Nuova, penetrava
nell’area attraverso una “porta”, dei Magazzini, costituita dalle due palazzine
per uffici poste nel vertice nord del triangolo. L’andamento leggermente
radiale dei binari, letti come maglia stradale interna, ha determinato la
posizione degli edifici-magazzino e quindi la tipologia dell’intero organismo
che, nonostante le recenti demolizioni, risulta ancora chiaramente leggibile.
Il rapporto edifici-ferrovia (intesa come strada) è così intimo che la grande
rotonda ne era anche l’espressione completa in quanto riceveva al suo interno i
vagoni con le merci da refrigerare come ricorda il nome Stazione Frigorifera.
L’altro aspetto
fondamentale che connota il carattere degli ex Magazzini Generali è la loro
struttura e dimensione urbana essenzialmente introversa come una sorta di
cittadella.
Molti edifici infatti,
nella differenziata crescita nel corso di decenni, sono stati collocati lungo
il perimetro murato del complesso a formare, in alcune parti, una sorta di
edificio-muro mentre in altre i padiglioni si concludono con delle facciate su
strada come nel caso di quelli “affacciati” su Viale dell’Agricoltura.
In sostanza ci troviamo di
fronte ad una tipologia architettonico-urbana in cui l’aspetto di introversione
è cosi forte da dare anche al muro di cinta una consistenza architettonica.
Se questa è la struttura
dell’organismo complessivo, assai differenziato è il valore dei singoli
edifici, a partire da quelli a carattere “monumentale” (non solo la Rotonda) ad
altri assai modesti. La stessa situazione di degrado in cui versano alcuni di
essi, consiglia una attenta selezione circa la possibilità o la convenienza del
loro recupero. Le stesse indicazioni contenute nel provvedimento di vincolo
della Soprintendenza danno orientamenti in questo senso (Tav. V e testo p.6
punto d).
Questo quadro ha
configurato anche il tema del progetto. Considerando che il recupero degli ex
Magazzini Generali costituisce un fondamentale elemento della “ricucitura” tra
i due grandi quartieri residenziali di Verona Sud e, in ultima analisi, parte
fondamentale di quel “cuore della città” necessario alla rivitalizzazione
dell’intera area, venivano poste due opzioni fondamentali per affrontare il
progetto:
1) Recupero e progetto del
complesso conservando e valorizzando il suo carattere tipologico-urbano
introverso, chiuso, di cittadella.
2) Recupero e progetto del complesso “aprendo” la
struttura al quartiere, anche fisicamente, pur tutelando gli edifici e il senso
dell’organismo.
c) Relazione con
le aree circostanti
Sulla scorta delle
considerazioni fatte, nella progettazione si doveva tenere conto della
complessità di rapporti con le aree limitrofe.
In particolare va
ricordato che buona parte dei contenuti espressi nei precedenti studi dovevano
essere accolti o verificati mentre altri andavano modificati sulla base delle
nuove considerazioni emerse.
Il quartiere di
Borgo Roma
Si tratta di un quartiere
residenziale quasi completamente sprovvisto di verde, di spazi pubblici
significativi (piazze, viali) e con una sufficiente dotazione di servizi di
base. La connessione con le aree dei Magazzini Generali e del Mercato
Ortofrutticolo è diretta. Lo snodo più significativo è costituito dallo spazio
antistante il complesso della chiesa di Santa Teresa che veniva indicato come
una possibile cerniera tra il quartiere e le aree suddette. Ciò in particolare
nella scelta degli accessi e collegamenti con l’area dei Magazzini Generali.
La Fiera
La Fiera di Verona con
le sue trenta manifestazioni annue è diventata un polo internazionale di
affari, esposizioni, manifestazioni e spettacoli in funzione quasi permanente.
L’attrazione del traffico automobilistico durante le manifestazioni è
fortissima e il fabbisogno di aree di parcheggio in superficie e sotterranee è
cruciale. Se da un lato la positività di una struttura vitale, ricca di
occasioni e stimoli come la Fiera è evidente sia per la città nel suo insieme
sia, potenzialmente per i due grandi
quartieri limitrofi, dall’altro la soluzione dei problemi di viabilità e
parcheggio è prioritaria e decisiva. Il progetto doveva prevedere opportuni
interventi su questi aspetti considerando anche il rapporto privilegiato che si
viene ad instaurare a livello di aree tra Fiera e Mercato Ortofrutticolo sia
per ciò che concerne il problema dei parcheggi sia per la possibilità di
collegare il nuovo fabbisogno di spazi espositivi della Fiera al recupero dei monumentali
edifici di archeologia industriale posti sull’area del Mercato.
L’ipotesi di trasferire
sotto il livello del terreno (trincea o galleria) la viabilità di Viale del
Lavoro può favorire i collegamenti tra le due aree.
Tutti gli eventuali
interventi su questo aspetto e su queste aree dovevano tenere conto delle
necessità di configurazione di “corso urbano” che dovrebbero essere assunte da
Viale del Lavoro come “spazio urbano significativo”.
Il Mercato
Ortofrutticolo
La contiguità di questa
area con la Fiera e i Magazzini Generali da un lato e il quartiere di Borgo
Roma dall’altro la rende anch’essa strategica nel progetto di costruzione di
quel “cuore della città” che necessita a Verona Sud.
Tre sono gli aspetti che
contraddistinguono questa strategicità.
Innanzitutto la sua
posizione, già ricordata, rispetto alla Fiera e al Viale del Lavoro, concorre
in modo determinante alla possibile soluzione sia di problemi funzionali (aree
espositive e parcheggi) sia spaziali (corso urbano) sul versante occidentale.
In secondo luogo la
connessione con gli ex Magazzini Generali appare quanto mai necessaria per dare
continuità e collegamento alle grandi strutture di archeologia industriale (la
Rotonda dei Magazzini Generali e i quattro padiglioni del Mercato) considerandole
come la parte “monumentale” del futuro “centro” di Verona Sud.
Il terzo aspetto riguarda
la contiguità con il quartiere di Borgo Roma. Sotto questo aspetto la
conformazione mistilinea dell’area sul lato orientale configura un largo fronte
di superfici inedificate che può concorrere ad una più efficace progettazione
di spazi e verde pubblico di cui il quartiere è carente.
Sintesi degli elementi
di programma del concorso.
Si elencano sinteticamente
i punti principali del programma di progetto che tenevano conto anche delle
proposte formulate in precedenti studi e progetti del Comune di Verona e altri
enti interessati alla luce delle mutate condizioni dovute al vincolo della
Soprintendenza nell’area degli ex Magazzini Generali.
a) Il “corso urbano” e la viabilità principale.
La trasformazione di Viale
del Lavoro in “corso urbano” comporta:
- l’eliminazione
dell’attuale cavalcavia tra Viale Piave e Viale del Lavoro. E’ previsto dalla
variante al P.R.G. che il traffico in direzione Est-Ovest sia regolato da uno
snodo su Viale Piave posto più a Nord delle aree di progetto.
- il trasferimento in
trincea o in galleria, sotto il piano della sede stradale di Viale del Lavoro,
del traffico di transito Nord-Sud per il tratto (intero o parziale) dall’inizio
dei Magazzini Generali a Viale dell’Industria.
- lo studio dello spazio e
dei margini del “corso urbano” inteso come luogo di relazione e di connessione
con l’intorno, compresa l’area antistante la Fiera.
- lo studio di
localizzazione dei parcheggi fuori terra e sotto terra nelle aree limitrofe o
collegate al “corso urbano”.
b) Il verde e il parco di quartiere
La grande estensione degli
spazi dei Magazzini Generali e del Mercato Ortofrutticolo consente di
progettare soluzioni adeguate al fabbisogno di verde di Borgo Roma attualmente
assai al di sotto degli standard urbanistici.
- studio del verde
attrezzato e sportivo per il quartiere di Borgo Roma.
- studio di un parco
territoriale a servizio di Verona Sud.
- eventuali connessioni e
collegamenti tra il verde localizzato nelle due aree (se venivano fatte
proposte anche per l’area del Mercato Ortofrutticolo).
c) Il recupero
del complesso di archeologia industriale
Per il progetto di recupero dell’area e degli
edifici degli ex Magazzini Generali (ed eventuali indicazioni su quella del
Mercato Ortofrutticolo) venivano indicati alcuni indirizzi di programma
funzionale connessi al recupero degli edifici di archeologia industriale:
- dotazione di strutture
miste e servizi pubblici a livello della città nel suo complesso; istituzioni
per la cultura e lo spettacolo (musei, cinema, teatri, biblioteche);
istituzioni per lo studio e la formazione universitaria (centri di ricerca,
alloggi per studenti).
- dotazione di strutture
pubbliche per i quartieri di Verona Sud:
funzioni burocratiche
(uffici); luoghi di incontro e cultura (sale per assemblee e attività
associative, spazi per mostre ed esposizioni, biblioteche di quartiere):
strutture e servizi per lo sport (palestre, altre attrezzature sportive).
- dotazione di strutture
per attività private legate al commercio ed al terziario (caffè, ristoranti,
negozi, vari esercizi pubblici, atelier, laboratori, studi professionali,
uffici).
Anche gli spazi
inedificati costituivano oggetto della proposta progettuale. Non solo nei loro
aspetti di connessione degli edifici ma anche per la definizione dei sistemi di
percorsi sia all’interno dell’area sia nella connessione con gli spazi e le
aree limitrofe.
Il programma offriva ai
concorrenti piena libertà di scegliere il proprio percorso progettuale rispetto
a tutti gli stimoli e suggerimenti offerti nella illustrazione del tema. La sua
ampiezza e complessità consente di articolare le proposte su percorsi e livelli
progettuali diversi, corrispondenti anche a competenze diverse dei concorrenti,
di cui si suggerivano alcune possibili opzioni:
a) Progetto di disegno
urbano che configurasse relazioni formali tra gli spazi e gli edifici delle
diverse aree funzionali.
b) Progetto di recupero
dell’area e degli edifici dei Magazzini Generali come organismo urbano nel suo
carattere di autonomia.
b)Progetto
di recupero di un edificio chiave come elemento cardine del sistema
architettonico-urbano degli ex Magazzini Generali.
c) Il
progetto.
Nell’ipotesi
di dotare del proprio “centro città” i quartieri di Verona sud, si è tentato di
ricucire i tessuti urbani di Borgo Roma e S.Lucia attraverso la progettazione
dell'area degli ex Magazzini Generali. In tale area è sorta una serie di grandi
edifici che, per le funzioni in essi contenute, si presentano fuori scala
rispetto all’edilizia circostante e sono disposti sul suolo in funzione della
necessità di essere raggiunti agevolmente dai tracciati ferroviari che dallo
scalo merci della vicina Stazione di Porta Nuova penetravano fin dentro gli
edifici stessi. L’impianto distributivo dell’area era quindi legato ai
movimenti dei vagoni merci.
Nel progetto il
programma del concorso è stato affrontato con l’intento di ricostruire uno
spazio urbano a dimensione umana, attraverso un intervento che prevede la
conservazione di quasi tutti gli edifici esistenti convertiti a nuove funzioni
capaci di attrarre e soddisfare i vari interessi di quanti più cittadini
possibile. Trattandosi di una vasta zona di circa 75.000 mq si è pensato a funzioni
di carattere sia pubblico che privato questo perché, demandare l’impegno della
riqualificazione di quest’area alla sola Amministrazione Pubblica risulta
quanto mai improbabile ed è necessario per tale operazione l’intervento di
attività private.
Le funzioni proposte si
articolano da quelle per un Centro di Quartiere a quelle per attività
commerciali, per esposizioni temporanee, didattiche, di ristorazione e per il
tempo libero.
Le
funzioni prettamente di carattere commerciale (negozi, caffè, ecc.) sono state
attestate sul fronte del Viale del Lavoro. Tale Viale presentandosi come un
collegamento di grande percorrenza costituisce di fatto una forte barriera che
impedisce il collegamento diretto dell’area di progetto con il quartiere
antistante e l’area di Verona Fiere.
FIG. 8 Principali aree funzionali di Verona sud.
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FIG. 9 Destinazioni d’uso dell’area di progetto.
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L’interramento
di questa importante infrastruttura stradale ha offerto lo spunto per la
creazione di un percorso pedonale di superficie su cui si affacciano da un lato
le suddette attività commerciali e dall’altro una striscia verde attrezzata,
caratterizzando questo spazio come un corso urbano cittadino.
Su
via Santa Teresa sono state attestate le funzioni di carattere amministrativo
(Centro di quartiere), terziario (attività bancarie, Assicurative) e servizi
(Ufficio Postale e attività didattiche).
I
manufatti architettonici posti sul Viale dell'Agricoltura, quindi direttamente
collegati con Verona Fiere, per la loro tipologia si sono prestati ad essere
utilizzati come spazi per esposizioni temporanee che all’occorrenza possono
anche divenire un’estensione della Fiera stessa.
Il
programma di concorso richiedeva, inoltre, una particolare attenzione in fase
progettuale dello spazio antistante la
chiesa di Santa Teresa, spazio che risulta essere la cerniera di connessione
tra il quartiere di Borgo Santa Lucia e l’area in esame.
La
scelta della creazione di una piazza è stata utile anche per creare un diretto
collegamento tra l’antistante Scuola Elementare e il prospiciente edificio
adibito a laboratori didattici. Di conseguenza si è reso necessario
l’interramento di un tratto di via S. Teresa che è servito anche per creare un
accesso a quota inferiore per il parcheggio anulare dell’edificio della
Rotonda.
L’area
ha mantenuto la primordiale caratteristica di “cittadella chiusa” e l’accesso
può avvenire con diverse modalità:
1) In
auto. Recuperando l’antico ingresso dei Magazzini Generali si è previsto un
luogo per la sosta breve e per i taxi. Per le soste permanenti si possono
utilizzare due parcheggi: uno è quello anulare sotto la Rotonda, l’altro con
l’accesso situato all’incrocio dei due assi viari di quartiere, via Santa
Teresa e via Tombetta.
2) Con
mezzi pubblici. Lungo il Viale del Lavoro, in un tratto in cui si apre a
trincea è inserito un terminal per autobus provvisto di un sistema di
collegamenti verticali meccanizzati e non meccanizzati.
3) Con
percorsi pedonali. Dallo spazio di sosta breve dei veicoli situato nell’antico
ingresso dell’area si diparte un percorso in luogo del vecchio tracciato
ferroviario principale, che è una sorta di promenade con la quale si è
avvicinata l’architettura esistente ai fruitori, rendendola attraversabile e partecipata tramite una successione di
spazi concatenati (luoghi di sosta, aree verdi, terrazze). La promenade termina
all’interno dell’edificio della “Rotonda” che rappresenta il fulcro dell'area,
intorno a cui ruota l’intero sistema spaziale. Rotazione accentuata attraverso
la traslazione della planimetria in fase progettuale che ha determinato la
presenza di spazi pieni e vuoti che si oppongono alla staticità dei vecchi
percorsi ferroviari.
FIG. 10
Assonometria
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FIG. 11
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La Stazione Frigorifera
Specializzata, inaugurata nel 1930, è un eccezionale episodio di cultura
tecnologica avanzata e sicuramente uno dei più significativi manufatti di
archeologia industriale compresi tra gli anni’30 e ‘40.
L’edificio, articolato su
una pianta circolare, presenta esiti formali e monumentali rispondenti alla
complessa serie di esigenze funzionali. Progettato dall’ingegnere Pio
Beccherle, il fabbricato evoca nella mole cupolata la grande architettura
utilitaria francese del secolo scorso e per certi aspetti il preesistente Forte
Clam.
Il complesso frigorifero
viene edificato con lo scopo di conservare le derrate nel periodo intercorrente
fra il loro arrivo a Verona e la loro spedizione inoltre in appositi locali
veniva effettuata la cernita e l’imballaggio.
FIG.12 Salone centrale con vagoni ghiacciaia nella
piattaforma girevole.
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Tutta la
costruzione, direttamente servita dalla ferrovia, si sviluppava attorno alla
grande piattaforma girevole centrale di diametro 17,94 metri posta in un ambiente
coperto a cupola. Quest’ultima smistava i vagoni carichi di merci nelle sette
gallerie di refrigerazione e nelle otto celle per frutta e verdura.
Esternamente alle celle vi
è un altro anello destinato a locali per la lavorazione delle derrate e ai macchinari
del frigorifero.
I vagoni entravano dall’ingresso principale
costituito da un poderoso portale segnato da bugne in cemento per raggiungere
poi la piattaforma girevole nel centro dell’edificio.
FIG. 13
Prospetto dell’ing. Pio Beccherle (1929).
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Al primo piano vi sono
altri locali che erano destinati a magazzini dei cereali il cui scopo
principale era quello di meglio isolare dall’esterno la parte raffreddata
dell’immobile. Sempre al piano superiore del corridoio principale d’ingresso si
trovavano gli uffici su due livelli.
La struttura dell’edificio
è duplice:
- la prima è una struttura portante in cemento armato
costituita da pilastri, da travi sagomate agli estremi per aumentare la
superficie collaborante, i solai e un’altra struttura portante essenzialmente
verticale che presenta una composizione varia dal mattone alla pietra e al
tufo.
-.la seconda è di
tamponamento con una composizione formata da mattoni e pietre.
FIG. 14
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Negli anni ‘70 l’edificio
fu interessato da una radicale ristrutturazione con la quale viene eliminata la
piattaforma, mutati i collegamenti fra le celle e creati nuovi spazi
frigoriferi.
Attualmente, pur con le avvenute trasformazioni e la
recente dismissione, l’edificio appare ancora integro, sebbene avviato ad un
rapido degrado.
FIG.
15
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L’intervento
progettuale eseguito si propone di destinare il manufatto edilizio della
Stazione Frigorifera a luogo di incontro rivolto ai giovani con l’inserimento
di attività ricreative, palestra, mediateca, attività commerciali e di
ristorazione che di fatto le riconoscono il ruolo di “Città dei ragazzi”.
Il primo impegno
progettuale è stato quello di collegare il parcheggio sotterraneo direttamente
a questa struttura edilizia collocando le rampe e gli ascensori sulle testate
delle gallerie principali.
Per movimentare
l’impianto planimetrico originario che si presenta alquanto rigido e
strettamente legato alle funzioni cui era destinato, sono state create
dissimmetrie rafforzando in primo luogo il percorso principale da cui facevano
ingresso i vagoni merci e il rispettivo percorso ortogonale e in secondo luogo,
creando una funzione fortemente differenziata per la quale si è reso necessario
uno studio formale autonomo comunque relazionato all’intero complesso edilizio.
L’eliminazione dei solai nei percorsi principali ha creato una spazialità
differente da quella dei percorsi secondari.
FIG.16
Studio dei percorsi principali.
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Da questi si diparte
un percorso anulare che distribuisce i flussi dei fruitori all’interno del
complesso; detti percorsi confluiscono al centro dell’edificio in uno spazio
centrale che apre lo spazio in altezza, delimitato dalla cupola.
Possiamo immaginare le
gallerie come le stradine interne alla città che si vanno ad incontrare in una
“piazzetta” centrale sulla quale si affacciano delle balconate al primo piano e
dove si colloca l’ascensore che ha la funzione di essere anche un segno di
orientamento in uno spazio che altrimenti potrebbe essere non chiaramente
percepibile.
Questo elemento ha
creato un nuovo asse che ha offerto lo spunto per il posizionamento della sala
polivalente, nuovo elemento che spezza la simmetria dell’impianto iniziale.
FIG. 17 18 19
foto plastico.
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Al piano terra sono
collocati una serie di servizi ed attività che si affacciano sui percorsi
radiali ed anulari:
attività
commerciali nella prima corona che si aprono verso la piazzetta ed i percorsi
radiali.
mediateca,
biblioteca, palestra, sale musica, internet point nella corona esterna
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articolata lungo il
percorso anulare che presentando un lato cieco può divenire anche uno spazio
espositivo, interrotto in alcuni punti dai collegamenti verticali.
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Il piano primo è
interamente dedicato ad attività di ristoro ed incontro (disco-pub, caffè,
fast-food) che hanno la possibilità di espandersi all’aperto sulla terrazza che
domina interamente l’area di progetto.